È il primissimo incontro del progetto “Crescere Insieme” e siamo carichi di aspettative e dubbi: quanti bambini saranno? Come saranno? Come riusciremo a gestire il tempo a disposizione? Nella nostra scaletta abbiamo inserito almeno 7 attività, sappiamo bene che sarà impossibile farle tutte con un gruppo di più di 20 bambini al primo incontro, ma probabilmente preferiamo essere pronti e ricchi di proposte piuttosto che scontrarci con il vuoto.
Sento gli occhi curiosi dei bambini, anche loro meravigliati del nostro gruppo numeroso. Mi invade la preoccupazione per il poco tempo a disposizione, i primi 20 minuti sono volati e sollecito i bambini a finire di mangiare.
Abbiamo deciso di iniziare con il gioco del gomitolo che ci permette di conoscere meglio i nostri bambini. I nomi sono tanti ma alcuni comincio a impararli. Ad una bambina piace andare a scuola, ad un’altra bambina piace studiare, chissà se sono davvero un’eccezione o semplicemente compiacenti.
Il gomitolo arriva a G., per il nome ci tiene un po’ sulle spine, ma per la cosa che gli piace risponde velocemente “giocare a scacchi!” Il ghiaccio si è sciolto prima del previsto. Siamo nella loro classe dove passano tutte le mattine da mesi, anche se è solo il primo anno di scuola, siamo sicuramente noi gli intrusi della situazione.
Passiamo all’attività principale della giornata: la costruzione della carta d’identità. Ovviamente le voci da compilare non sono quelle classiche. Alcuni di loro mi chiamano per sapere di che coloro sono i loro capelli oppure i loro occhi, ma sul resto sono totalmente sicuri delle loro scelte. Sono in un’età in cui sono curiosi di tutto, in cui passano il tempo ad esplorare e sperimentare, forse dedicando poco tempo a guardarsi allo specchio.
È il momento di salutarci e occuparci delle ultime cose. C’è confusione perché c’è fretta. Sono le 15:30, consegniamo i bambini ai loro genitori o a chi li è venuti a prendere. Sento alcuni chiedere “Allora?! Ti sei divertito? Com’è andata?”, vorrei sentire tutte le risposte ma non riesco, anche perché ci sono ancora tante cose da sistemare.